MOTIVI PERSONALI

Deborah sta leggendo un libro di Agatha Christie. Le piace leggere i romanzi gialli della scrittrice inglese.

Interrompo la sua lettura. Amore. Che c'è? Esce Pohjanpalo.

 

Nella foto. Nell' ultimo anno da calciatore mi lesionai il legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro. Rimasi fuori all' incirca due mesi. Scrissi pagine di diari. I numeri presenti sulla sinistra indicano i giorni trascorsi dal trauma distorsivo.

 

 

Cari lettori (pochi ma buoni), che leggete con ferrea continuità le mie righe, vi capisco. Comprendo il vostro disorientamento davanti alle diverse modalità di pubblicazione dei contenuti che vi propino solo ed esclusivamente quando voglio. Il vostro disorientamento è anche il mio. Sto cercando con calma di organizzare i tanti schemi che ho in testa, di dar loro una scadenza regolare, un po' come un allenatore che cerca di rendere più fluida (o liquida) la sua squadra. C'è ancora qualche inconveniente tecnico, ma a breve sarà ripristinato. Bene, cominciamo.

1.

E’ in quel motivi personali che lascia al vago l’onere di spiegare una situazione nebulosa che ha occupato i pensieri e scatenato le perplessità del popolo calcistico nazionale. Quel motivi personali con cui il Commissario Tecnico mette fine all’avventura Azzurra stona perché semplifica, sì, ma non ai minimi termini. Quel motivi personali non riduce all’essenziale la complessità del contesto. Quel motivi personali mi ricorda la giustificazione che presentavo qualche volta ai professori, ai tempi delle superiori. Utilizzavo un termine che generalizzava, forse maleducatamente, la mia impossibilità a partecipare alle lezioni. Il termine era: indisposizione. Forse motivi personali era l’unico modo che Mancini aveva per liberarsi di un peso, chissà. Fatto sta che probabilmente tra la Federazione e il Mancio, poteva chiudersi almeno un po' meglio.

 

2.

È bastato un azzardato colpo di tacco in area di rigore. All’ottantacinquesimo minuto di gioco. Sul risultato di 1-0 per il City in casa dello Sheffield. L’ideale per mettere in discussione un dominio asfissiante. Un gesto che non ha alcun senso, in quella zona di campo a quel minuto di gioco, se non nella testa di un calciatore che evidentemente ha “staccato la spina” con qualche minuto di anticipo dal triplice fischio. Il gesto tecnico di Kyle Walker, approssimativo nella realizzazione e poco efficace in quella circostanza (roba che qualche allenatore dal vocabolario selvaggio avrebbe definito “da maiali”), ha consentito alla squadra di Heckingbottom di pareggiare i conti  con Jayden Bogle a pochi minuti dal termine di un match monovibrante. Un gesto di una superficialità che arriva all’improvviso, dopo ottanta minuti e oltre di noioso assedio dei campioni d’Europa nei confronti di una neopromossa che ha tentato, con un ordinato three-five-two[1], di raggranellare almeno un punto. Non avendo fiutato avvisaglie di reale pericolo, Walker si è destreggiato facendo tutto da solo, sfornando una cazzata che non dev’essere riuscito a reprimere da qualche parte sotto la cassa toracica, o a disinnescare per mezzo di produzioni vocali dai contenuti poco originali. E così, mentre al gol Juan Manuel Lillo, il vice di Guardiola, con una gestualità molto più “sbarazzina” e distante anni luce da quella del tecnico catalano, si dimenava nel riaccendere quella macchina quasi perfetta che sono i Citizens, mentre gli avversari esplodevano in esultanze insperate, il buon Kyle, dietro la linea di fondo, a pochi metri dalla porta, prono, ancora violato dall’errore da lui commesso tira due calci al tabellone elettronico a fondo campo. Non c’è ombra di dubbio. Si è reso conto di aver fatto una cazzata. Ma le cazzate, a volte, sono necessarie: rompono equilibri, scuotono animi, rimodellano piattumi dal grado zero di spettacolarità. Ed eccoli, questi animi riaccesi da una inaspettata tanica di benzina adrenalinica! Il primo a essere contagiato dalla violenta reazione chimica è proprio lui. Il Kyle furente con se stesso. Infatti rimette subito le cose a posto: prima ci prova con una prepotente e furiosa azione palla al piede, in solitaria, nella quale salta due avversari e appoggia per un tiro di Julian Alvarez che finisce sul fondo. Uno sfogo immediato ma vano. Dopo qualche minuto, ancora fomentato da quell’arrosto che probabilmente gli sarà costato più di una Madonna, va a recuperare con tempi di aggressione PER-FET-TI una palla sull’angolo alla sua destra e difesa malamente dal suo dirimpettaio biancorosso. Palla recuperata, palla giocata e azione rapida dalla quale nasce lo splendido gol di Rodri, che chiude la partita con un tiro indirizzato sotto l’incrocio. Risultato schiantato sul 2-1. Mentre tutto il City esulta, Walker, sotto la tribuna dei suoi tifosi, chiede scusa. In silenzio. Con la fascia da capitano al braccio. È lui il migliore in campo. Voto 8.

 

3.

Quello che propongo è un concentrato di notizie risalente all’estate 2018. Lo scrissi durante la preparazione estiva con l’ Alessandria Calcio di mister Gaetano D’Agostino.

Niente mondiale, Francia campione!!! Le squadre falliscono, i tifosi piangono. Il sistema non regge, urgono le riforme, subito. Il tempo stringe, l’Europa corre. Il baratro, ci vuole una ridimensionata: largo ai giovani, spazio alle forze fresche. I vivai. Le seconde squadre sono pronte, ci siamo arrivati, le seconde squadre. Le seconde squadre non sono pronte. Aspettiamo. La fideiussione, eccola qui. Squadra iscritta. Errore, la fideiussione non è valida. Ricorso! E tutto si sistemerà. Il mercato sta impazzendo, colpi da urlo, quest’anno ci si diverte. Non è più il calcio di una volta, non sono più i giovani di una volta. Spezzatino sicuro in tv, nuove piattaforme, importanti novità. La serie A, lo spettacolo passa di qua. Eccolo CR7, la targa del campione. Televisioni, milioni, parte l’asta. Il campionato italiano è tornato, quello vero. Con il colpo del secolo e qualche plusvalenza. Bonucci e Higuain, Caldara ringrazia per la nuova avventura in rossonero. I calendari si faranno, più poi che prima. 5 punti di penalizzazione, aspettiamo il Tnas. Penalizzazione! Ripescate in 3, no in 2, una. Niente ripescaggi. La B a 19, illegittimo, legittimo. Dunque lo sciopero, tutti a protestare. Serie A, serie B, serie C. Il Bari parte dalla D.  Mi abbono a Sky, mi abbono a Dazn, mi abbono a Mediaset. Disdico.

 

4.

Nella foto Javier Adelmar Zanetti e un ex giocatore del Bari. Mi è capitato di giocarci contro in qualche occasione. Che fuoriclasse! Al di là della tranquillità che trasmetteva ai compagni – ma anche agli avversari! – in ogni situazione di gioco, ciò che mi faceva impazzire era la sua capacità di conduzione, di copertura della sfera e di ripartenza. Non la perdeva mai, nemmeno quando eri convinto di prendergliela. Utilizzava quasi esclusivamente il piede destro ma nonostante ciò non riuscivi a togliergli la palla, nemmeno se in aggressione ti presentavi con uno o due compagni abili a chiuderlo in qualche angolo di campo. La sua fisicità autorevole, moderatamente educata, si dispiegava al meglio durante le progressioni e incursioni sulla fascia sinistra (non a caso era soprannominato El tractor). E poi, come si può apprezzare dalla foto, aveva due quadricipiti… quadrati.

 

 

Visioni

Sheffield-Manchester City, Brighton-Aston Villa,  Milan-Torino, la finale mondiale maschile dei 4x100m, Como- Reggiana a sprazi, Juventus-Bologna su Radio1, l’intervista di Thiago Motta ai microfoni di Dazn, Lazio-Genoa, Memento di Christopher Nolan, la finale mondiale femminile dei 4x400m.

Letture

Owen Flanagan. Anime che sognano. Il sonno e l’evoluzione della coscienza. Editori Riuniti, 2000.

Ascolti

Stars of the lid. The ballasted orchestra, Kranky, 1996

Aphex Twin. Blackbox life recorder 21f/ in a room7 F760, 2023

 

 

[1] Three-five-two: non comparabile con il modello italiano del 3-5-2. E’ un gioco puramente linguistico.