DANIELE DE ROSSI O DELL'AMORE RECIPROCO

Articolo pubblicato sull' "Indice dei Libri".

 

La resistenza nel cuore dei tifosi

di Alessandro Gazzi

Daniele Manusia
Daniele De Rossi o dell’amore reciproco
pp. 256, € 18,
66thand2nd, Roma 2020

Sulla scia delle biografie che compongono la collana “Vite inattese”, l’editore romano 66thand2nd dà alle stampe l’ennesima conferma di quanto interessanti, ricche e dense di spunti possano essere le narrazioni sportive in un paese ancora avaro di letteratura specifica. Dopo il ritratto di CR7 targato Fabrizio Gabrielli (2019), questa volta è Daniele Manusia a ritagliare un’essenziale e parecchio riuscita analisi delle gesta sportive di Daniele De Rossi, ex centrocampista, colonna e bandiera assoluta della Roma e della Nazionale. Da calciatore, confesso che per questo mio ex collega (si può dire?) ho sempre avuto un debole. Da ragazzo, quando mi stavo affacciando alla professione, ebbi la fortuna di condividere con lui i novanta minuti di uno stage delle nazionali giovanili: in quell’occasione, se non sbaglio nel febbraio 2001, ero rimasto enormemente impressionato dalla sua personalità sul campo, dalla spavalderia che già mostrava a ogni pallone toccato, dai primi vagiti di quel suo particolare furore agonistico che non sempre, durante la sua lunghissima carriera, De Rossi è riuscito a controllare. In quella partita, ricordo, giocò da play davanti alla difesa. Non succede spesso, ma quando nella vita ci si trova per caso di fronte a un predestinato la sensazione è inconfondibile. E a me, che De Rossi fosse un predestinato era già chiarissimo fin dalle prime battute di quell’amichevole.

Per questo motivo, negli anni, ho sempre nutrito un forte interesse per il suo splendido percorso professionale, indagando spesso tra le righe di interviste, dichiarazioni pubbliche, interventi, oltre ovviamente alle diverse pubblicazioni editoriali di cui è stato protagonista. A differenza del libro Daniele De Rossi. Il mare di Roma, pubblicato da Tonino Cagnucci per Limina edizioni (2009) e -ideale per i tifosi emotivamente affini alla genetica romanista, questo Daniele De Rossi o dell’amore reciproco spicca subito per una maggiore quadratura, per la razionalità e l’equilibrio con cui l’autore passa in rassegna le gesta di “Capitan Futuro”. È una lettura scorrevole ma intelligente, leggera e mai compilativa quella che ci offre il direttore della rivista online “L’Ultimo Uomo”, romano e romanista doc nonché coetaneo della stella giallorossa. Mentre ci accompagna lungo la carriera di De Rossi, Manusia adotta un taglio rispettoso ma insieme appassionato, sobrio ma non troppo, soprattutto quando si addentra nelle pieghe del tifo romanista, vero humus che nutre tutta la biografia. Dall’infanzia di DDR nella sua Ostia alla crescita fulminante nelle giovanili della Roma, dal debutto in Champions League contro l’Anderlecht alle luci e ombre dei Mondiali 2006 fino all’ultimo tango sudamericano con la casacca del Boca Juniors, l’opera sonda cronologicamente non solo l’atleta e gli snodi fondamentali del suo calcio, ma anche gli aspetti più spigolosi e meno noti dell’uomo. Notevoli, a questo proposito, le pagine da cui emerge qualche dettaglio in più sulla vita familiare di De Rossi, indissolubilmente intrecciata alla realtà capitolina.

Una qualità su tutte, in fondo, contraddistingue il libro: la sua capacità di cucire in una maglia su misura la vita del calciatore, i ricordi personali dell’autore (ben disseminati nella lettura e sempre funzionali alla narrazione), ma soprattutto il rapporto viscerale del protagonista con i propri tifosi. “Il mio io in campo”, “De Rossi è il romanismo”, “Siamo tutti DDR”: sono solo alcuni degli striscioni apparsi in curva Sud alla sua ultima apparizione da calciatore giallorosso, testimonianza acclarata del legame sanguigno, ostinato e simbiotico tra le parti. Nonostante la figura immensa di Francesco Totti, irraggiungibile per statuto, con le sue scivolate, le urla inconfondibili e la proverbiale vena gonfia Capitan Futuro è riuscito a prendere la residenza nel cuore dei tifosi. Nelle sue gesta è racchiuso un “amore” fatto di reciprocità e di pienezza, un sentimento unico e di sicuro, nelle dinamiche del calcio di oggi, difficilmente replicabile. Un amore che, se ci limitassimo ai soli risultati del club, ha vissuto pochi alti e numerosi bassi, ma che ha saputo intagliare una delle migliori storie sportive degli ultimi vent’anni, quella di un atleta che per diciotto stagioni ha sputato l’anima per gli stessi identici colori.