OLTRE IL LIMITE DEI MIEI RAZIONALI RISCHI

Un intervento in scivolata...

Effettuo un intervento in tackle scivolato nell’area di rigore.

Torino-Inter. 67esimo minuto. Nell’area di rigore granata effettuo un intervento in tackle scivolato. Millimetrico.

Prima di campionato 2014-2015. 22 minuti 58 secondi del secondo tempo. Dopo un susseguirsi di deviazioni pericolose intervengo su Medel in tackle scivolato a qualche metro dal dischetto. Il nerazzurro sta per calciare un rigore in movimento ma io con la punta del piede metto fine all’azione avversaria che dopo il rinvio di Matteo sfuma definitivamente.

Fine agosto 2014. Ultima partita della mia esperienza torinese. Al ventiduesimo del secondo tempo nonostante il pericolo di commettere un fallo da rigore decido di intervenire in maniera estrema oltre il limite dei miei razionali rischi nonostante sia in ritardo sull’avversario nerazzurro. Intercetto il pallone deviandolo in tempo. La squadra evita un gol praticamente fatto.

Al minuto 22 secondo 53 nell’attimo stesso in cui decido di intervenire in tackle scivolato su Medel sento di avere il presente sotto il mio totale controllo. Non importa se il nerazzurro è in vantaggio su di me, non importa se i rischi oggettivi a cui vado incontro si spingono ben oltre il limite delle mie capacità di intervento, non importa più nulla. Perché ora sono “nella zona”, sono il gesto atletico che sto compiendo, sono il pallone rotolante che sta per essere calciato dal mio avversario; sono l’azione di gioco sulla quale sono inchiodati migliaia di occhi e connesse migliaia di anime… connesse migliaia di anime… E forse sto realizzando di essere, nell’equilibrio stantio della prima di campionato, l’elemento equilibrante della partita stessa, tutta, dal primo all’ultimo minuto. Il “senso del controllo” che percepisco fin dai primi minuti non è lo stesso delle mie performance migliori: va oltre, espandendosi al di là del rettangolo di gioco e avvolgendo lo stadio Olimpico intero. L’anomala tranquillità che avverto coincide con una lucidità senza precedenti. Tutto è avvolto da una misteriosa naturalezza che scioglie in pochi attimi il pilastro emotivo sul quale verte la mia elementare filosofia di gioco: esserci per i miei compagni di squadra. Con tutto me stesso. E con tutto me stesso agirò in quella che considero l’ultima partita della mia vita. Il tempo “rallenta” e la necessità di esserci comprime la concentrazione in un luogo ignoto della mia psiche. Inconsapevole dell’esistenza di tanta possibile energia invisibile esploro per la prima volta in vita mia una galassia mentale della quale non conoscevo l’esistenza. E nonostante Medel mi impedisca per pochi attimi, prima che io concluda il mio lavoro, di vedere quel pallone ed avere la certezza tangibile che toccherò il cuoio rotolante sull’erba inumidita di una serata estiva irripetibile, nell’imperturbabile mentre, si accavallano calcoli istintivi di una razionalità mai percepita; li sento, dentro di me, che si addensano nella fluidità immediata del mio corpo. Agisco. Tocco il pallone con la punta del piede. Il sublime. L’istante non esiste. Esiste una vita contenuta in un istante. Una Gratificazione incomparabile. Un’eccitazione fisica di una pesante leggerezza. Il suono collettivo dei trentamila presenti è interdetto, nella mia testa si scuote meraviglia allo stato puro. Sento di aver dato senso ad una esistenza calcistica intera e di aver raggiunto l’apice emotivo della mia parabola professionale. La palla viene allontanata ed io… respiro... Mi guardo attorno. Sento il sudore che cola dalle tempie, l’odore dell’aria, migliaia di voci, i cori dei tifosi, le proteste dei nerazzurri. La luce dei riflettori, il buio del cielo, la mia anima che vaga senza meta in ogni direzione. “Grande Ale” mi dice Kamil. Incrocio le sue pupille e con gli occhi immersi nel mio io più profondo non dico una parola. Non è trance agonistica ma soltanto un abisso nel quale immergersi è meraviglioso. Non sento fatica, né stanchezza. Sento solo di aver trovato ciò che andavo cercando da una vita. Me stesso.

Al minuto 22 effettuo un intervento millimetrico in tackle scivolato nell’area di rigore. Medel sta per calciare la palla, io intervengo, l’azione nerazzurra sfuma.

Al minuto 22 effettuo un intervento in tackle scivolato nell’area di rigore. Millimetrico.

Effettuo un intervento in tackle scivolato nell’area di rigore.

Un intervento in scivolata.

 

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